Primo Viaggio Laboratorio Teatrale 1990 – 1991

Un  viaggio – laboratorio teatrale è una formula  di  studio  e ricerca  che  va oltre la conoscenza e  l’apprendimento  di  pure tecniche di lavoro.
Rappresenta l’incontro con un’altra  cultura, il  contatto quotidiano con persone sconosciute che si trovano  a vivere  un’esperienza collettiva, la possibilità di  raggiungere un arricchimento personale.

Il  progetto The Way to the Indies ha scelto come meta  dei  suoi viaggi  – laboratorio l’India, ed in particolare il Bengala Occidentale,  una regione ancora poco conosciuta, ma densa di di fermenti culturali di ogni tipo.

Suddiviso  in diversi tipi di esperienze, il progetto ha come nucleo centrale il Source’s research Workshop, ovvero un seminario basato su tecniche di attenzione, silenzio ed osservazione,   rese  ancora  più  penetranti   dall’inserimento all’interno di una cultura ciclica come quella indiana.

Il  lavoro, infatti, si svolge all’esterno, scorre con  il  ritmo del giorno e della notte e questo diventa presto un’abitudine che sembra scaturire direttamente dal proprio centro.

Condotto  da Abani Biswas, collaboratore di Jerzy  Grotowski  nel Teatro   delle   Sorgenti,   il   seminario   si   avvale   della collaborazione dei Baul, sacri musicisti nomadi del Bengala e  di alcuni  maestri di danza scelti fra i piu’ rappresentativi  delle tradizioni indiane.

La  giornata  si  apre  all’alba con  un  concerto  di  preghiere mattutine  tenute  dai  Baul, tradizionali  custodi  di  messaggi iniziatici,  che  costituisce un momento di confronto  unico  per comprendere questo tipo di spiritualità.

Il  secondo momento di lavoro è collettivo: un esercizio  fisico le   cui  azioni  sono  basate  su  tecniche  provenienti   dalle tradizioni  delle più diverse culture e che mirano a  sviluppare ed accrescere la capacità di osservazione e di concentrazione di ognuno.

C’è  poi  una terza fase di lavoro  maggiormente  dedicata  alla danza,  al  ritmo ed al rapporto con lo spazio. Qui  i  danzatori Chhau della Purulia insegnano  i  movimenti  fondamentali della  loro danza acrobatica  che proviene  da  un’antica arte marziale e che  viene  rappresentata indossando  delle gigantesche e stupende maschere  che  tramutano ogni danzatore nel dio, nell’eroe o nel demone interpretato.

La  quarta fase del lavoro si svolge al tramonto del sole e  può essere  considerata individuale, anche se vi  partecipa  l’intero gruppo.

La  giornata si conclude con un altro concerto dei Baul,  durante il quale può capitare di unirsi spontaneamente ai canti.

Infine, punto fermo del viaggio – laboratorio è la Joy Deb Mela, il  più  importante festival Baul che si svolge  nei  primi  tre giorni  di luna nuova di gennaio a Kenduli, la patria  del  poeta medievale Joy Deb, autore del Gitagovinda ed ispiratore di  tutti i cantori Baul.

Qui  i “folli di Dio” (cosi’ sono chiamati questi  musici  nomadi nel  loro  paese) si ritrovano a centinaia e  cantano  e  suonano ininterrottamente per tre lunghi giorni ed altrettante notti. Capaci di  stabilire  con  il pubblico  una corrente di comprensione, i cantori Baul trasmettono un  messaggio fondamentale,  ovvero  quello  della  ricerca  di  Maner   Manus, l’essere  divino  che  è in ognuno di noi .

(le foto sono di Ivan Meacci)

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