Diciamolo, sembrava un mistero di quelli “iniziatici”. Un po’ perchè la Cava dei Poeti (nata per essere palcoscenico ideale per la poesia e la musica ed ora abbandonata al degrado per i soliti motivi amministrativi) non ha l’agibilità per ospitare un evento “pubblico”, un po’ perchè il genius loci aveva parlato chiaramente a Federica, Alba, Valentin, Margatita, Barbara e Paolino e loro sapevano che sarebbe stato possibile solo a pochi entrare in un rapporto così vicino con la natura e con il danno che alla natura stessa l’uomo ha saputo fare.
Così a distanza di un giorno dalla Giornata Mondiale della pace ufficiale ci siamo ritrovati sulle Alpi Apuane, salendo su da Carrara finchè i boschi non sono finiti ed è rimasto l’abbacinante biancore del marmo, diquel che rimane del marmo, che si stagliava nel cielo grigio di fronte ad un mare stemperato di nuvole e nebbia.
Sabato 22 settembre 2012. Un impatto forte e sconvolgente. Entusiasmante per molti, a volte doloroso. La ferita insanabile della montagna scavata fino all’ultimo filo non sempre è sopportabile allo sguardo. L’intenzione di Federica che per prima aveva avuto ben chiaro cosa fare e di tutti gli altri era in realtà di portare alla terra la pace attraverso la parola, attraverso la voce. la pace intesa come il sollievo, la cura dopo tanta sofferenza.
Mentre Federica organizzava i lettori che sui due piani, alto e basso, avrebbero liberato la voce leggendo splendide poesie e formando con i nastri colorati il mandala della Pace, Ivan e Nino Mallia interpretavano il “genius loci” con i loro ampi abiti bianchi e le maschere che sembravano fatte di marmo ed i suoni delle campane tibetane che s’amplificavano nella vallata.
Sono arrivati alla spicciolata, circa trenta persone e dopo la performance, tutti attorno al mandala hanno recitato, letto, raccontato parole di pace.
Nonostante le nuvole gonfissime non ha piovuto, solo alla fine dell’evento è cominciata a salire la nebbia che pian piano ha avvolto persone e cose, fino a non poter vedere più nulla.