Fare teatro è una magia, è creatività, è sperimentazione, è condivisione.
Gli attori, lo scenografo, i costumisti, l’organizzazione, l’ufficio stampa lavorano scambiandosi continuamente idee, raccontandosi possibilità, mettendo in comune lampi di genio, scoperte, cose raccolte nel proprio percorso umano.
Mettere in scena uno spettacolo, però, è anche una cifra a parecchi zeri, non troppi perché, nel caso specifico di Le Città Invisibili, è un progetto autoprodotto e vanno fatti dei piani prima di cominciare a comprare il legno per le scene, le vernici, la base ignifuga, gli oggetti, le stoffe, gli ornamenti, gli elementi che dovranno distinguere i viaggiatori…
Questo spettacolo è nato grazie alla passione per la narrazione e alla consapevolezza che Italo Calvino, ancora così contemporaneo, stia raccontando di noi, dei nostri talenti e dalle nostre speranze, di ciò che ci viene in soccorso quando tutto sembra crollare, di quello che ci regala il senso del provare, del trovare e del non arrendersi di fronte alle difficoltà o agli orrori.
Con amici attori storici e giovani talenti da un anno stiamo lavorando per tirare fuori il cuore di questa narrazione. Lo facciamo con la recitazione, certo, ma anche interrogando i materiali, i colori, gli utensili, gli elementi fondamentali come il trono del Kan (intagliato in un tronco d’albero che racconta il legame stretto del potere con la natura), i sacchi dei mercanti,la sabbia, la fiamma delle lanterne, il metallo dei paioli, il vetro delle lampade.
Le scenografie e il décor sono affidati al pittore Cristiano Cascelli che lavora sul confine fra l’evocazione e la contemporaneità per sottolineare l’assenza di un tempo o un luogo specifici; è infatti la provenienza da regioni lontane: steppe, deserti, montagne, mari ad uniformare la narrazione e rendere contemporanea la lettura del testo.
La scenotecnica autoprodotta grazie alle sapienti mani di Nino Mallia utilizza legno ed altri materiali naturali, tutti i praticabili sono ignifugati e a norma, affinchè oltre che invisibili, le nostre città siano il più possibile ecologiche e in armonia con l’ambiente.
Le musiche originali del compositore Tito Rinesi sono frutto di un profondo lavoro di ricerca sul testo. Le parole e gli oggetti si trasformano in suoni e sonorità; i ritmi inseguono o anticipano le azioni: rumori di mercato e di carovane, cori classici e armonie contemporanee introducono e sostengono le città e i dialoghi fra Marco Polo e Kublai Kan.
Che siamo un’Associazione di Volontariato per la Cultura, indipendente da più di 40 anni certamente lo sapete. C’è solo da aggiungere che, da sempre, crediamo che le idee debbano essere condivise, così come le possibilità da offrire.
Abbiamo lanciato una campagna di crowdfunding su Produzioni dal Basso. La cifra necessaria a produrre lo spettacolo è di circa 10.000 Euro, ma qualunque sarà la cifra che riusciremo a raccogliere grazie a te, potremo completare gli allestimenti, arricchire i costumi, ideare e stampare la locandina, affittare il Teatro, pagare la SIAE, retribuire gli attori, l’ufficio stampa…..
Tutte cose delle quali, se ti interessa, ti daremo riscontro e ti faremo seguire gli sviluppi.
le città invisibili verrà a Torino?