Torna in scena a Roma presso la Libreria Teatro Tlon il 16 febbraio prossimo, Il Minotauro di Friedrich Durrenmatt, nella lettura teatralizzata di Ivan Vincenzo Cozzi, attore, regista, performer. Un lavoro nato nel 2003, in continuo divenire che, attraverso gli apporti e gli incontri con i diversi artisti che hanno contribuito a crearlo, si è trasformato in un’opera vibrante di significati e intenzioni, che scava nello smarrimento dell’uomo di fronte all’incontro con la propria coscienza e con la società.
La storia di Arianna, Teseo e Minosse, del labirinto e del Minotauro, il suo unico abitante, è nota ai più, ma nel testo di Durrenmatt (1985), diventa anche un dramma psicologico: il Minotauro incarna, la “diversità”, la mostruosità dell’essere differente eppure innocente della propria non appartenenza alle regole. Una diversità che rende il Minotauro il recluso‐escluso, colui che non può entrare nella relazione sociale, in una impossibilità che diventa emarginazione, disuguaglianza e che s’avvale di tutto l’immaginario che da millenni ruota attorno ai portatori di questa disparità.
Ed è qui la forte attualità di questo testo, che rimanda ai labirinti che ogni società, in ogni tempo, costruisce alzando muri, steccati, frontiere reali e immaginarie che servono a contenere non tanto flussi e “invasioni”, quanto le diversità, culturali, religiose, fisiche, la paura dell’altro, la sofferenza dell’accoglienza. Come quotidianamente possiamo constatare.
La teatralizzazione del testo di Durrenmatt, con la voce narrante di Ivan Cozzi, l’accompagnamento musicale dal vivo di Oscar Bonelli con i suoi strumenti evocatori e il canto di Filiò Sotiraki, si basa sull’equilibrio delle forme d’espressione utilizzate: le parole, che rispettano lo stile fluido del classico di Durrenmatt, le sonorità e le melodie che riecheggiano le tradizioni del mondo, il canto che richiama le presenze femminili che mutano il destino del Minotauro e i due brani del compositore Tito Rinesi che introducono e concludono lo spettacolo. Tutto contribuisce a ricreare, musicalmente e visivamente, il mondo delle immagini moltiplicate e, a volte confuse, in cui il Minotauro vive.
Un gioco di specchi tra l’Essere e la sua ombra, il corpo e le sue migliaia di copie riflesse, che riproduce all’infinito l’illusorietà di qualsiasi tentativo di fuga. Un racconto che corre rapido verso il tragico epilogo, e noi spettatori nel confronto finale con Teseo non possiamo fare a meno di parteggiare per il Minotauro fino all’arrivo, nell’alba, degli uccelli.
MINOTAURO
Lettura teatralizzata e musicata
del testo di Friedrich Durrenmatt
Ideazione e realizzazione
Ivan Vincenzo Cozzi
collaborazione artistica Isabella Moroni
con
Ivan Cozzi (voce recitante)
Oscar Bonelli (polistrumentista)
Filiò Sotiraki (canto)
Brani musicali di Tito Rinesi