È stata una giornata dedicata alle parole e alla pace l’Anteprima della Giornata Mondiale della Pace che abbiamo realizzato a Genzano di Roma in occasione della XXX Festa del Pane, una vera e propria kermesse dei prodotti naturali locali.
Grazie all’accoglienza del Comune, abbiamo portato una nuova esperienza nel cuore della storia di questo splendido paese, condividendo parole e scambiando creatività.
La mattina, in Via Bruno Buozzi, i nostri due tavoli con matite, pennarelli, penne, post it, fogli colorati, nuvolette, colla e parole ritagliate dai giornali, sono stati il punto di incontro di molti adolescenti e bambini più piccoli che si sono dedicati alle parole, le hanno lasciate libere e spesso ci hanno sorpresi.
C’erano scatole, secchielli e scatolette per metterci dentro parole lente, parole pesanti, parole in ascolto, parole che salvano, parole veloci, parole leggere, pensieri da eliminare; c’erano dei contenitori con parole positive, negative e ambivalenti, c’era la colla per fare collages di parole, per creare nuovi pensieri e nuove frasi.
Hanno inventato di tutto, sempre più coinvolti e curiosi ed alla fine tutti i loro lavori sono andati a decorare il totem alto tre metri che s’innalzava a fianco della fontana. Ma, non contenti, i ragazzi hanno anche scritto sulla carta che rivestiva la struttura regalando ai passanti un vero monumento alla poesia per la pace.
Il pomeriggio, all’Auditorium dell’Infiorata, nonostante le molteplici offerte della Festa, si è radunato un piccolo, ma interessatissimo gruppo di amanti della poesia.
Per iniziare gli attori Ivan Cozzi e Mauro Vizioli hanno proposto una sorta di “meditazione” sulla pace, fra suoni antichi e silenzio alla quale sono seguiti i canti Baul dall’India con il musicista e cantante Kalipada Adhikary e il musicista Rakibul Hasan.
I poeti, poi, ci hanno lasciato con innumerevoli nuovi orizzonti: Antonietta Tiberia con la sua poesia dedicata ad Ailan, il bimbo ritrovato sulla spiaggia e che per un periodo, purtroppo breve, è stato considerato il simbolo delle migrazioni cruente; Anna Maria Curci con la sua Lettera ad Angela che, appena ascoltata la notizia del femminicidio, ha voluto dedicare alla poetessa Angela Ferrara uccisa da suo marito.
Maria Grazia Calandrone, invece, ci ha portati – come in un vortice – dentro il senso profondo della sua poesia: breve, forte, tagliente, vitale.
Ci sono poi state le prose delle scrittrici Cetta De Luca e Laura Costantini. L’una a parlare di felicità, l’altra di ricerca della pace come fosse l’avventura del Graal. E, infine, Francesco Randazzo con la sua poesia graffiante e aggressiva come gli orrori narrati, senza concedere nulla, costringendo all’ascolto denso di domande.
Bellissimo l’intervento di Odeh Amarneh, poeta palestinese abitante a Genzano che ci ha letto una poesia di Yousef Al-Mahmoud da lui tradotta ed un sua lirica d’amore e di speranza.
La Pace ha vie straordinarie per insinuarsi nella vita, ha infiniti richiami, ha parole sconosciute che, a Genzano, sono diventate una festa.