Poesie per la Pace 2019

Con le parole creare nuove possibilità

Poesie per la Pace è un progetto in continuo divenire. L’idea è quella che la poesia può cambiare il mondo. Può sollevarlo, può lenire gli orrori, può offrire visioni diverse, narrazioni possibili, approcci impensati alla realtà.

La Poesia può questo, così come lo possono la filosofia e l’arte e spesso anche la musica.
La Poesia può parlare di tutto: d’amore, di cucina, di interiorità, di fiori, di animali di ambiente, di ricordi, di dolori. Sarà sempre una leva capace di trasformare, sarà sempre un tendaggio che vola via dalla sola consapevolezza che abbiamo per mostrarcene un’altra e poi, forse, un’altra ancora.

Ma quando parla di Pace, allora la Poesia si inchina ad un pensiero più grande, immenso e si mette al suo servizio.

Meno di mezzo secolo fa, imbattersi in parole di Pace era normale. Se ne parlava a scuola, fra i giovani, in tutti i luoghi di aggregazione. Le testimonianze della guerra, anzi di due guerre che si erano succedute con poco spazio per rinascere erano ancora presenti: a raccontarle c’erano quei genitori e quei nonni che dalle guerre erano stati toccati, cambiati, dilaniati.

E poi, subito dopo, le guerre lontane e terribili come quella del Viet Nam che chiedevano nuovi testimoni ed urlavano massacri.
Mentre, più vicine nel tempo, le guerre prossime anche nello spazio: un braccio di mare ci divideva dal Kossovo, dalla Serbia, da quei paesi sconosciuti e guardati con diffidenza proprio perché mai conosciuti prima.
Ma allora ancora si chiedeva la Pace, a gran voce. Con manifestazioni, sit in, ricerche, racconti, libri.

Poi, dopo, più niente.

Eppure le guerre sono continuate. E continuano ancora oggi e sempre molto vicine. Dapprima erano nascoste, mascherate, stravolte nella fisionomia e nelle motivazioni, chiamate senza vergogna “missioni di pace”. Oggi sono raccontate, esposte, rese possibili e, al contempo, banali.

E di Pace si è smesso di parlare. Si è smesso di invocarla, di cercarla di crederla possibile.

Siamo in Pace, diciamo nascondendoci la verità. E invece no, non siamo in Pace e allora non possiamo smettere di parlarne, per sollevare la polvere che attimo dopo attimo ne copre lo splendore.

Anche quest’anno Poesie per la Pace, per l’ottavo anno consecutivo, ha radunato poeti e anime alla ricerca di Pace.

Ci siamo trovati per parlare, ascoltare, leggere, scrivere, suonare. Per mettere in comune i nostri pensieri, per costruire, mettere nuovi racconti in campo, trovare chiavi che possano aprire il silenzio.

Abbiamo giocato alle Scritture di Pace con le parole, i verbi e le azioni che avevano preparato per noi gli studenti della Prima Liceo di una periferia romana segnata dal degrado.
Con quelle parole abbiamo creato nuove possibilità.

Contemporaneamente al nostro incontro anche in Brasile, nelle foreste vicino a Recife, nel paese dove il futuro brucia con gli alberi, un’altro Poesie per la Pace ha visto una camminata nella foresta, sventolare cento colombe fra i rami degli alberi, recuperare tradizioni antiche e sacre.

Mentre a Galilee alcuni poeti palestinesi hanno aderito al nostro progetto incontrandosi per un reading in contemporanea con il nostro.

Abbiamo deciso di non lasciare passare un altro anno, di ritrovarci presto, di ritrovarci come in una preghiera laica.

Abbiamo promesso di scrivere ancora ed ancora. Di non chiudere gli occhi e le orecchie quando arrivano le notizie che fanno tremare l’anima.

Ci saremo per la Pace, ci saremo con la Poesia, la scrittura, il racconto e l’amore.

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