All’indomani dell’8 settembre 1943, il clima di terrore e di paura in Italia divenne ancora più violento di quello vissuto fino ad allora.
La Repubblica di Salò, subordinata ai comandi militari tedeschi, reclutava i giovani con la forza.
Qualsiasi rifiuto portava punizioni molto severe e spesso anche la morte. Eppure le forme di ribellione furono molte, non solo quelle di chi si unì alla lotta partigiana, ma anche quelle di chi credeva nei valori di pace, libertà e umanità.
Anche undici ragazzi della maremma grossetana decisero di ribellarsi rifiutando di arruolarsi tra le file fasciste. Si nascosero nelle capanne dei carbonai della macchia di Monte Bottigli, ma, nel marzo del 1944, vennero scoperti da una spia che li consegnò, con l’inganno, alle camicie nere. Dopo un finto processo sommario, furono tutti fucilati.
È l’Eccidio di Magliano Lavacchio, ancora oggi ricordato per la sua efferatezza e inutilità.
Abbiamo avuto la fortuna di conoscere Rodolfo Andrei, uno dei discendenti dei proprietari del podere dove si svolse la mattanza e di leggere il testo con cui racconta e ricorda l’ultimo giorno di felicità di quei ragazzi. Un testo finalista al concorso Schegge d’Autore 2021.
Nasce da qui lo spettacolo L’Ultimo Ballo che, per l’occasione, porteremo in scena nella forma di atto unico. Uno spettacolo di teatro civile che vuole raccontare un momento terribile della nostra storia e mostrare come la necessità di pace, il pensiero nonviolento, il desiderio di scambio e contatto, la voglia di amicizia, di amore e di gioia siano inarrestabili, invincibili e presenti oltre il passare degli anni e della Storia.
La banda dei ragazzi, com’era chiamata, volle concedersi un giorno di festa, un momento di tregua dalla paura e dalle avversità. Nella campagna toscana la festa di San Giuseppe era importante e i ragazzi avrebbero potuto riunirsi con le proprie famiglie, incontrare le ragazze innamorate, ballare e ballare fino al mattino al suono di una fisarmonica che prova a dire a tutti che la guerra sta finendo.
Nel racconto di questo ultimo ballo fatto dalle donne superstiti, Lea (Elena Stabile), Franca (Brunella Petrini) e dalla fisarmonica di Tullio (Daniele Mutino) che guida il ballo, ma guida anche le sorti della vicenda come un personaggio del destino, la vita si dipana come in un valzer o in una quadriglia.