Le parole giuste per Raccontare la Palestina

Come si fa a Raccontare la Palestina quando tutto attorno si sente una sola storia che parla di terrorismo, che non riesce a fare pace con colpe antiche, che è asservita alle necessità e agli equilibri politici ed economici, all’utilizzostrumentale di alcuni territori, al potere di persuasori e lobby?

Come si fa, anche, a sentire proprio un modo di parlare fatto di parole e di obiettivi di cui abbiamo dimenticato uso e significato?

Il 12 giugno abbiamo pensato di poterlo fare attraverso la poesia. La poesia che va oltre i dubbi e le esaltazioni, gli schieramenti e le frontiere. La poesia che raconta la quotidianità che ci è negato di sapere, perché ascoltiamo sempre lo stesso discorso, perché finiamo col credere che non ci sia altro, oltre quello che ci arriva attraverso i media e quello che pensiamo di aver compreso quando proviamo ad orizzontarci fra le notizie, le immagini, le storie.

Come, ad esempio, con la poesia forte, e travolgente letta ad apertura dell’incontro da Ivan Cozzi, che potete trovare senza mediazioni se non quella della traduzione, qui.

Oppure con questa poesia di Manal Serry letta in arabo dall’autrice e in italiano da Antonella Rizzo.

Con le parole della giovane palestinese che parla con passione di una Patria sconosciuta (Maya Issa), del medico che non ha mai smesso di lottare e conosce la storia in tutte le sue pieghe (Yousef Salman), dell’attivista che ha sempre la Palestina nel Cuore (Lucio Vitale).

Con le poesie lette da Brunella Petrini e Ivan Cozzi e con quelle delle poete Ileana Izzillo e Simonetta Ramacciani.

Ma anche con la musica di una fisarmonica (Daniele Mutino) o di quella che viene da un altro paese del mondo, l’India (Kalipada Pakhy Adhikary)

E con l’invincibile canto di libertà riproposto dalla Titubanda.

Nel corso della serata sono stati raccolti € 400 che sono stati devoluti all’Associazione Amici della Mezza Luna Rossa Paletinese.

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