È tutto iniziato il 21 settembre del 2012. Poem for Peace one day – La giornata mondiale della Poesia per la Pace nato come progetto internazionale diffuso in decine di paesi del mondo (Canada, USA, Brasile, Francia, Germania, Italia, Inghilterra, Irlanda, Olanda, Spagna, Russia, Lituania, Libano, Israele, Australia, Indonesia…) con eventi, workshop, reading, concerti, flash mob, video, canzoni, fotografie, teatro, danza…
In Italia ne abbiamo fatto un evento fisso che ci ha portato ogni anno in luoghi diversi, a volte speciali: la Cava dei Poeti di Carrara, campagne, oliveti, vecchie fabbriche, associazioni, teatri, biblioteche, strade, isole, case private, web…
Siamo in tempo di conflitti, oggi. E non solo quelli evidenti, recenti, disastrosi, ma anche interni e interiori. Nei dibattiti e nelle speranze. Una guerra sottile, invisibile, che prende avvio dalle paure che non si possono ammettere né condividere. O, alle quali, semplicemente, non si dà spazio e tempo di riflessione.
Abbiamo anche imparato a leggere sommariamente, a sorvolare, ad avere bisogno di immagini che chi spieghino più delle parole e dei sentimenti quello che ci accade attorno, quello che ci circonda.
Parlare di pace e di nonviolenza è difficile, così come è diventato difficile credere a quelle speranze, a quelle necessità che solo pochi decenni fa erano la struttura portante della società, il motivo per cui vivere, lottare, la visione di un mondo diverso, migliore nei suoi principi più che nelle sue possibilità.
Abbiamo scelto un mondo che ci semplificasse la vita rinunciando alla scoperta di come poter vivere in armonia con gli altri. Abbiamo disimparato la collettività, la mutualità, il sostegno.
Spesso pensiamo che tutto questo sia sinonimo di carità, di condivisione e invece è molto più sottile il coinvolgimento che fa di noi un gruppo di esseri umani.
Nel mondo, però, non tacciono le voci di chi chiede Pace. Di chi crede alla Pace, a quella Pace che è soprattutto essere contro la guerra, contro il conflitto, un po’ come faceva Gino Strada che non ha mai smesso di ricordare che i conflitti servono a chi ha il potere a questo mondo, a chi gode da solo dei benefici e vuole continuare a vivere al di sopra delle proprie possibilità.
D’altronde lo sappiamo che la guerra è per prima cosa un’ingiustizia sociale.
C’è anche chi, in nome di questa, non aspira a dettare strade, rotte, destinazioni; non cerca adesioni, voti, likes. Non giudica, non condanna né assolve. Non vuole passare alla Storia, ma vorrebbe solo confrontare le proprie analisi e conclusioni con l’altro che lotta e pensa criticamente.
Perché non siamo soli a sognare un mondo non perfetto, ma migliore: un mondo senza paura.
Dobbiamo tenere conto di questo quando parlare di Pace ci sembra impossibile, inutile, quando perfino la poesia cerca altre strade per divincolarsi da questa sensazione di oscurità.
Dobbiamo cominciare re-imparando ad ascoltare, a leggere, a rispettare linguaggi e tempi diversi da quelli a cui siamo stati abituati.
È questo che ci riproponiamo di fare per il decimo anniversario di Poesie per la Pace: ricominciare ad imparare, a riconoscerci come creatori del mondo in cui viviamo. E lo faremo ancora una volta con la Poesia, la natura, la musica, lo sbocciare della propria interiorità, le fotografie, il canto, le installazioni artistiche in un luogo magico dedicato alla Madre terra Il Quarto La Bufera ad Aprilia.
È qui che Elena Castellacci, fotografa, ha immaginato un luogo di riunificazione con la natura, un ecosistema di pace, arte e rinascita.
Qui ha scelto di ospitare Poesie per la Pace, riconoscendo il filo che lega profondamente ogni cosa che è pace.
Saremo qui ad Aprilia, in Via del Tufello, 16 sabato 18 settembre dalle ore 16,00, con qualche giorno di anticipo sulla Giornata Internazionale della Pace, per dare a tutti la possibilità di intervenire e di trovare nuove parole per dire Pace.