Torna in scena Il Labirinto | Al Kollatino Underground venerdì 28 e sabato 29 maggio

Coinvolgente e affascinante.

E’ stato questo il giudizio del pubblico al debutto del nuovo allestimento de “Il Labirinto – Perdersi e ritrovarsi nei racconti dei labirinti da Ovidio a Durrenmatt”.

E veramente, nonostante la pioggia e i pochi spettatori che hanno saputo (e voluto) attraversare Roma per venire a vedere lo spettacolo, l’interesse e forse anche lo stupore sono stati tangibili.

Lo spettacolo sa catturare l’attenzione, gli attori sono coinvolti, è stato una prima incisiva e per questo…

Il Labirinto torna in scena venerdì 28 e sabato 29 maggio al Kollatino Underground, spazio indipendente, sperimentale e molto interessante.

con
Ivan Vincenzo Cozzi, Giorgia Furbetta, Giorgia Guerra, Nicola Liberato, Ermenegildo Marciante, Giordana Morandini,  Alessio Rizzitiello, Giuseppe Vitolo

e con la partecipazione di Giuseppe Luciani
REGIA: Ivan Vincenzo Cozzi
Riduzione e adattamento: Isabella Moroni
Musiche: Oscar Bonelli e Kalipada Adikhary
Progetto Scenografico: Marco Berrettoni Carrara
Décor: Brunella Petrini

Il progetto è stato realizzato in collaborazione con il Centro Culturale Polivalente Giorgio Morandi – Municipio Roma VII

 

Il Labirinto
28 e 29 maggio alle ore 21,00
Kollatino Underground
Via Georges Sorel, 10 – Roma

biglietti Euro 10,00
ridotti Euro 5,00

INFO e PRENOTAZIONI
Argillateatri 06 77071899 – 3683258777

15 maggio 2010 ore 21 | IL LABIRINTO | al Teatro del Quarticciolo

Va in scena il 15 maggio alle ore 21,00 al Teatro Biblioteca del Quarticciolo,  il nuovo allestimento de “Il Labirinto”, lo spettacolo creato da Argillateatri sui testi di autori da Ovidio a Durrenmatt, tutti affascinati dal mito profondamente radicato del Minotauro, dell’esclusione, della ricerca interiore, della rinascita.

 

Il Labirinto
Perdersi e ritrovarsi nei racconti dei labirinti – da Ovidio a Durrenmatt

con
Ivan Vincenzo Cozzi, Giorgia Furbetta, Giorgia Guerra, Nicola Liberato, Ermenegildo Marciante, Giordana Morandini,  Alessio Rizzitiello, Giuseppe Vitolo

con la partecipazione di Giuseppe Luciani

REGIA: Ivan Vincenzo Cozzi

Riduzione e adattamento: Isabella Moroni
Musiche: Oscar Bonelli e Kalipada Adikhary
Progetto Scenografico: Marco Berrettoni Carrara
Décor: Brunella Petrini

Il progetto è stato realizzato in collaborazione con il
Centro Culturale Polivalente Giorgio Morandi – Municipio Roma VII

La storia di Arianna, Teseo e Minosse, del labirinto e del Minotauro ha conquistato molteplici autori ed ognuno di loro ha inventato un’immagine di labirinti che si affianca o si sovrappone a quella degli altri creando un gioco di specchi, una complessità della parola e del gesto.

Il labirinto è percorso. E’ passaggio che poi si trasforma in traversata, in “prova”, e da prova in iniziazione ad una nuova vita, in rinascita.
Il labirinto è percorso della memoria, cammino obbligato che tiene desta la capacità di ricordare, viaggio dell’uomo verso il suo centro e, viceversa, dal suo profondo verso gli altri, ma anche rete digitale, tracciato di migrazioni, luogo di reclusione/esclusione…

Ogni civiltà ha il suo labirinto.
In ogni labirinto è racchiuso un Minotauro. Un essere diverso. Un essere che è il prodotto e l’essenza della stessa civiltà: una presenza ancestrale, ingombrante, un simbolo di cui si è -in qualche modo- schiavi, e che si deve nascondere e tutelare, dimenticare e conservare.

Ed ogni Labirinto, per esistere, ha bisogno di un Teseo. Di un eroe che ne scardini il senso e conduca la civiltà ad un nuovo stadio, ad una rigenerazione.

Tanti sono dunque i labirinti e tutti finora sono stati costruiti nel cuore della civiltà.
I labirinti reali, man mano che il progresso avanzava sono diventati labirinti mentali, di leggi, di forme, di organizzazioni sociali: città-labirinto, strade-labirinto, ospedali-labirinto… tutti labirinti all’interno dei quali si nasconde, si tutela, ma troppo spesso si dimentica la civiltà occidentale diventata a sua volta un mostruoso Minotauro che non può più confrontarsi con le altre civiltà e preferisce fagocitarle, in attesa del proprio Teseo.

Questi labirinti con i loro simboli verranno proposti provocatoriamente nel cuore del mito, si intrecceranno o si sovrapporranno all’immaginario romantico di Asterione, Arianna e  Teseo per offrirci uno spunto in più di riflessione: quella sulla nostra stessa diversità.

Il progetto di questo spettacolo nasce da una lunga ricerca sul mito di Arianna, Asterione e Teseo, si è nutre delle tradizioni arabe, dei Carmi di Catullo e dei canti di Ovidio, delle visioni di J.L. Borges e della chiarezza moderna sulla diversità di F. Durrenmatt.

Il Minotauro, infatti, è un simbolo capace di attraversare i secoli, il pensiero ed il linguaggi. E’ capace di riassumere emozioni, immaginario e memorie: dal “mostro” cretese, all’eroe della tauromachia, dall’animale lunare della fecondità al “diverso” della quotidianità attuale.

E’ per questo, dunque, per evidenziare la diversità e (ri)conoscere la voce degli “altri” che questa partitura drammaturgica si avvale della partecipazione di culture nuove per l’Occidente, che portano saggezze, esperienze, narrazioni e canti da altrove, che portano le voci, le lingue, la rabbia e la speranza dei nuovi Teseo.

Nell’allestimento del “Labirinto”, grazie alla partitura fisica acrobatica (sfida all’espansione nello spazio), la lettura verticale del movimento rappresenta un’elevazione del gesto, dell’intenzione e del pensiero.

Il labirinto è ovunque: il gesto è labirinto, lo stile fluido, i periodi che si snodano e si rincorrono sono labirinto; il trabattello è labirinto. Questa struttura di metallo alta cinque metri, rappresenta il cuore, la stanza centrale del labirinto, il luogo all’interno del quale avvengono le azioni, dal quale le azioni esondano, in cui s’annidano le voci ed i movimenti prendono il volo.
La messa in scena è basata sull’equilibrio delle diverse forme d’espressione utilizzate per la realizzazione del testo: musica, lettura, linguaggio del corpo, ricerca ed elaborazione di testi brevi e taglienti che sottolineano i movimenti degli attori ed il linguaggio della straordinaria struttura scenica capace di moltiplicare le possibilità espressive del gesto.

L’azione, per la grande forza espressiva e ritmica delle differenti scritture, si avvale della interpretazione e collaborazione dell’interprete musicista che ha reinventato i testi rivelando, attraverso la musica, tutta la forza insita in questi.

La collaborazione tra parola e musica crea una sinergia che esalta la drammaticità del testo e lo rende estremamente fruibile grazie alle suggestioni ed alle emozioni evocate dai misteriosi strumenti che provengono dalla tradizione sciamanica, dal Tibet, dall’India e dalle tribù aborigene dell’Australia.

Il Labirinto
15 maggio 2010 ore 21
Teatro del Quarticciolo
Via Ostuni, 8 – Roma