Una giornata intensa si luce, di caldo, ma anche di vento. Il Quarto La Bufera si chiama così proprio perché, sulla cima di quella collina, il vento corteggia gli alberi dell’ultimo bosco della zona ininterrottamente.
Con forza gelida d’inverno, con carezze più o meno coinvolgenti l’estate.
È stata un’esperienza piena di luce, di cibo buono, di belle persone, di musica dolce, di parole e di spettacolo.
Il nostro ringraziamento va, con il cuore, a Elena Castellacci, splendida padrona di casa, a Roberto Peretti che ha cucinato e condotto i partecipanti in una seppur breve camminata (il caldo è stato più forte), a Paolo Portone che ha, come sempre, con la sua verve affabulatoria, incantato i presenti raccontando di streghe e inquisitori.
Alle nostre attrici Claudia Fontanari, Brunella Petrini e Elena Stabile, ad Andrea Memoli che ci ha aiutato a montare le scene e ha poi messo le musiche dello spettacolo, ad Antonia Masulli Matera che ha collaborato fin dall’inizio all’avventura di Herbarie, ad Awisha Carolina Gentile e alla sua voce straordinaria, a Oscar Bonelli e agli strumenti della natura che porta con sé, all’amico Pino Moroni che ci supporta e sostiene sempre.
E alle persone che sono intervenute, arrivando in una sorta di paradiso che ha inondato di luce lo spettacolo.



























Pubblicato il 20 giugno 2022 di argillateatri
Abbiamo immaginato una sera ai bordi del Solstizio d’Estate, in uno spazio sacro.
Sacro perché la Terra è l’elemento benedetto che, assieme all’aria e all’acqua ci permette la vita.
Sacro perché su questo terreno, appena arato, seduti su piccole balle di paglia che, dopo, andranno a nutrire gli animali che lavorano per noi, svolgeremo un rito laico: quello dello spettacolo Herbarie: le chiamavano streghe.
Mentre il sole declina verso il mare che non è poi così lontano, senza luci artificiali, senza palcoscenico, senza mai avere il buio… insomma sempre come se fossimo lì, come allora, lì dove si raccoglievano le erbe per la cura dolce, che si è dimenticata e persa, per la cura che ascolta il corpo e protegge gli umili, vedremo entrare in scena Mercuria, Caterina e Lucia che ci racconteranno la loro storia.
Sarà il culmine della giornata I Tesori di Gaia che ci ha visti entrare nel bosco, assaggiare cibi naturali, ascoltare musica, poesia ed il racconto della Storia sul volo delle streghe nella notte di S. Giovanni.

Pubblicato il 13 giugno 2022 di argillateatri
Cosa fa del progetto Herbarie un luogo di scambio e unione fra natura e cultura?
Semplicemente il piacere e la capacità di unire alle buone pratiche ambientali o di evoluzione spirituale, la rappresentazione e la narrazione storica, fa della natura la scintilla che accende la conoscenza.
E questo avviene grazie allo spettacolo, che rappresenta il cuore del progetto, e ai racconti proposti dal Prof. Paolo Portone, capace di scomporre il materiale storico per costruire realtà inaspettate che permettono di incamminarci sulle molteplici strade seguite dal sapere delle donne, l’evolversi della cura, il rapporto con la medicina, la natura, l’ambiente, e la capacità di resistere alle oppressioni.
“La mattina della solennità di San Giovanni Battista, innanzi che si levasse il sole io ero solita andare a raccogliere l’herba chiamata di San Giovanni, herba che fa una pianta grande con un bel fiore di color vinato, ha le foglie grandi più di un palmo“.
Così testimoniò Angioletta delle Rive, guaritrice pordenonese accusata di stregoneria diabolica nel 1650 e morta in carcere nel 1651.
Da qui partirà l’incontro, tenuto da Paolo Portone, che si terrà nel corso dell’evento I tesori di Gaia. Una giornata con Madre Terra. Erbe, fiori e frutti per il benessere, che proponiamo sabato 18 giugno nella splendida campagna de Il Quarto La Bufera, fra le varie iniziative che abbiamo immaginato.
A Roma era credenza diffusa, ancora sulla fine del XIX secolo, che la notte del 23 giugno le acque si tramutassero in sostanza preziose, gli animali favellassero, le piante elargissero al massimo grado le loro proprietà, ma soprattutto che fosse possibile vedere in cielo il passaggio delle streghe dirette a Benevento per celebrare la più celebre delle tregende stregonesche. Come si sia aggiunta questa tenebrosa credenza ai più solari e benefici riti solstiziali è ancora questione apertissima, quello che sappiamo e da cui partiremo nella nostra narrazione storica è che a Roma nel 1426 su istigazione di Bernardino da Siena finì sotto processo come strega una donna, probabilmente una herbaria, guaritrice e levatrice, di nome Finicella, condannata al rogo per avere “diabolicamente occiso de molte criature” e affatturato molte persone. Una donna che al pari delle migliaia che dopo di lei nei secoli a venire patiranno lo stesso martirio, confessò davanti ai suoi giudici, probabilmente dopo essere stata torturata che le piante che andava raccogliendo nel “dì santo Giovanni”, altro non erano che maleodoranti erbe del Diavolo.
Paolo Portone partirà da qui per raccontare l’invenzione della strega diabolica (cioè di una adepta del culto apostatico ed ereticale di Satana) e della caccia alle streghe che, più di tre secoli, fu il modo in cui le autorità religiose e civili dell’Europa occidentale realizzarono una nuova e più pervasiva forma di dominio della società, attraverso la repressione di residuali forme di autonomia (economica, culturale, religiosa, sessuale e terapeutica) e l’imposizione di un controllo sistematico del corpo e dell’anima.
Sarà una scoperta, una crescita, probabilmente qualcosa di nuovo. Una sorta di chiave magica capace di introdurre allo spettacolo.
Paolo Portone. Allievo di Rosario Villari, si è laureato in storia moderna con una tesi sulla caccia alle streghe nell’antica diocesi di Como. Socio della Società Italiana di Storia delle Religioni (SiSr), nel 1998 ha fondato insieme a G. Lutzenkirchen il Centro di studi storico antropologici Alfonso M. Di Nola – Culti, culture e medicina popolare. Dal 2008 è direttore scientifico del Centro Insubrico di Ricerche Etnostoriche, con sede a Como. Saggista, collaboratore di programmi radiotelevisivi ha curato la realizzazione della prima esposizione permanente in Italia dedicata al tema della caccia alle streghe, il Museo Etnostorico della Stregoneria di Triora (IM). Come cultore della materia ha partecipato a numerosi convegni, pubblicando i suoi studi su riviste scientifiche, dizionari ed enciclopedie. Le ricerche svolte in questi anni sono state indirizzate all’approfondimento di quella particolare forma di eterodossia religiosa, peculiare dell’Europa moderna, che si suole definire, con termine onnicomprensivo, “stregoneria diabolica”. Al centro delle sue indagini è l’universo culturale e simbolico delle vittime della caccia alle streghe, un mondo analizzato in una prospettiva etnostorica secondo la classica definizione data da Aurelio Rigoli, cioè attraverso un approccio metodologico che, utilizzando ogni possibile informazione (rilevata da materiale cartaceo, dalla tradizione orale, dalla gestualità, dai modelli di comportamento, dalla cultura materiale, iconica e così via) riesce a comporre una equilibrata fisionomia delle istituzioni che conformano le società/culture (ad esempio la religione, la forma matrimoniale, l’amministrazione della giustizia ecc ). Lo studio del fenomeno persecutorio, coerentemente con questo taglio , non è stato affrontato perciò solo attraverso l’analisi dei documenti storici, in questo caso la documentazione processuale e la trattatistica demonologica ed inquisitoriale, ma tenendo in considerazione le testimonianze provenienti dallo studio delle tradizioni popolari e dalla ricerca antropologica. www.paoloportone.it

Pubblicato il 26 Maggio 2022 di argillateatri
Una giornata con Madre Terra in una delle più belle campagne del Lazio.
Ad Aprilia, in cima a una piccola collina, al limite del bosco, lungo campi di erbe selvatiche e frutteti appena nati, Il Quarto La Bufera ci aspetta, a pochi giorni dal solstizio d’estate, per condurci in un mondo fatto di saperi antichi e profondi come le erbe, i ritmi naturali, la medicina delle donne, il racconto simbolico e mitologico.
Questa giornata di scoperta, riposo, bellezza e pace che passeremo immersi nella natura nasce dal progetto legato al nostro spettacolo Herbarie: le chiamavano streghe (testo di Silvia Pietrovanni) sulla figura ancestrale delle dominae herbarum, le erboriste del popolo, donne di cura e di conoscenza e di come divennero “streghe” e perseguitate.
Uniremo, così, la scoperta della natura viva a quella della poesia, della storia e del teatro, in una narrazione che invita alla meraviglia della scoperta emozionale di erbe, suoni, odori, natura, forme di vita, immaginazioni… E, soprattutto, rispetto e curiosità per un racconto che riconosca (e ci faccia riconoscere) in quello che davvero è essenziale per far parte del mondo che ci è stato dato.
PROGRAMMA (in evoluzione)
10.30 – 12.00 Alla scoperta delle erbe che curano con Roberto Peretti (sentieri etnobotanici per il riconoscimento delle piante selvatiche, officinali, curative e delle loro storie)
13.00 Cibo e natura (assaggi di cibo preparato con erbe spontanee)
17.00 Musica d’erbe, di acqua e di natura (interventi musicali e ascolto di poesia)
18.15 La vigilia di S. Giovanni e il mito moderno delle streghe volanti. Incontro con Paolo Portone storico e saggista, responsabile scientifico del Museo della Stregoneria di Triora e letture di brani
19.00 Herbarie: le chiamavano streghe. Spettacolo teatrale con Claudia Fontanari, Brunella Petrini e Elena Stabile. Regia Ivan Vincenzo Cozzi
21.00 Brindisi finale di arrivederci
Il costo della giornata, comprensiva di tutti gli eventi, della degustazione e dello spettacolo è di € 70 a persona
È possibile partecipare anche soltanto allo spettacolo teatrale, parte integrante del progetto “I Tesori di Gaia” e all’incontro sulle erbe e la cura al costo di € 15

Pubblicato il 25 Maggio 2022 di argillateatri