Le Città Invisibili. Recensioni.
Chiara Pasqualini, Claudio Drago e Ivan Meacci (in stretto ordine di scatto)
Lo spettatore lascia il teatro con la consapevolezza che mai più carezzerà le pagine de Le città Invisibili senza ritornare a quelle quinte, a quelle musiche, alle loro ombre e ai loro lampi.
Rappresentare Le Città Invisibili in prima nazionale proprio in questo Teatro, è una sfida che ci piace molto. E siamo certi che ci porterà fortuna.
Ma com’è il palazzo di Kublai Kan? Come si può rendere in un ambiente minimalista, dove sono le parole e le azioni a fare la storia?
I costumi in un continuo dialogo di culture e di memorie.
Come si può rendere su un palcoscenico tanta immensità? La parola, certo, ma anche quella ha un limite, quello del significato, e allora?
Ma sì, con la musica.
Ti invitiamo ad essere co-produttore di questo spettacolo, ad intraprendere con noi questo viaggio sostenendoci a seconda delle tue possibilità.
Lo spettacolo non ha un tempo o un luogo specifici, è la provenienza da regioni lontane, steppe, deserti, montagne, mari a uniformare la narrazione che si suddivide in quattro macroscene
Le Città Invisibili è un diario di viaggio in luoghi straordinari. La storia è incentrata sugli incontri tra l’anziano imperatore tartaro Kublai Kan e il giovane Marco Polo, mercante veneziano, giunto alla sua corte.