Che emozione questo Presepe Vivente! La nostra, che ogni volta, troviamo nuovi spunti, nuovi occhi a guardarci, nuove richieste, nuovi modi di partecipare, di tenere in mano quelle candele, di restare sospesi nel momento in cui si scopre l’ingresso della Grotta, ma anche quella degli spettatori, di quelle richieste e di quegli occhi.

E non solo dei bambini.

Nel pomeriggio del 30 dicembre, verso le 15,30, un po’ di corsa perché le animazioni della mattina non ci avevano lasciato in tempo di ripercorrere con calma le strade della parata e di definire le piccole cose lasciate in sospeso, gli artisti di Un Presepe Vivente si sono posizionati in Largo delle Sette Chiese dove sulla musica di Ave Maria di Fabrizio De Andrè suonata dalla fisarmonica di Daniele Mutino, un angelo nero (sempre straordinario nella sua energia Keba Seck), nella sua danza stupita e dedicata, ha annunciato a Maria: “Sii felice, piena di grazia, il Signore è con te, benedetta tra le donne.”

Maria (ci ha voluto onorare con la sua presenza e della sua interpretazione Marta Bifano che è stata davvero una Madonna rinascimentale) intanto declamava strofe del Magnificat nella Piazza assolata, con alle spalle la gigantesca Venere del murales di Carlos Atoche #amoreetcura. Donne. Splendore.

Guidata dalla cometa-bandiera, la parata ha poi proseguito su Via delle Sette Chiese con una tappa intermedia di letture e scambio con il pubblico e, ancora, in una marcia delicata, accompagnata dalla fisarmonica, dal suono acquatico del tamburo indiano di Kalipada Adhikary e dai cimbali, campanellini capaci di risvegliare le creature dormienti, suonati da Rakibul Hasan fino a raggiungere Piazza S. Eurosia dove in due punti diversi sono state rappresentate le scene del Mercato con i burattini che hanno ricordato o’ presepe di Natale in Casa Cupiello, le giocolerie, la musica, la sempreverde poesia di Gianni Rodari Il Mago di Natale, i venditori di erbe che insegnano a curarsi con la salvia e il rosmarino, erbe della longevità, gli imbonitori…) e la scena del Sogno dei Pastori.

Qui sono stati letti testi che invitano alla riflessione sull’emarginazione, sul razzismo, sulla guerra; qui sono poi entrati in scena tre “mostri” che indossavano maschere antropomorfe, mostri che hanno popolato gli incubi dei pastori, mostri che popolano ancora le nostre notti difficili, mentre i giochi di fuoco di Silvia Cozzi accompagnavano il risveglio dei pastori e l’avvicinarsi della Buona Novella.

La parata, guidata da Ivan Cozzi è continuata fino alla Chiesoletta e, mentre gli attori recitavano e donavano poesie, abbiamo distribuito agli spettatori le candele per raggiungere la grotta.

La gente era molta, il cielo andava verso la notte, le fiammelle delle candele brilalvano nel crepuscolo. Tutti silenziosi, mentre la fisarmonica suonava Bach e poi Tu scendi dalle Stelle siamo arrivati alla Chiesa di S. Filippo Neri davanti alla quale era stata allestita una struttura ricoperta da un sipario di carta di giornale.

La curiosità, di fronte al mistero, seppur piccolo, mette sempre in moto la passione, così, quando, sulle note della musica Resurrexi, un testo sacro greco bizantino messo in musica dal compositore Tito Rinesi è stato calato il sipario, gli occhi si sono spalancati e la parola “emozione” è corsa fra la gente.

All’interno della grotta, Maria avvolgeva nel suo velo azzurro un bambino grandicello, buono, fermo, felice di poter partecipare a quell’interpretazione.

In verità ci sarebbe dovuta essere la statuetta del Santo Bambino portata dal Parroco della Chiesa che, invece raffreddato, non ha potuto partecipare. Così si è offerto il figlio piccolo della Presidente della Commissione Cultura, Monica Rossi, e alla Grotta è stato tangibile il senso d’amore.

Alla fine sono arrivati i Re Magi, il cui viaggio avevamo rievocato durante l’intera parata e questo Presepe laico, che pure ha mantenuto intatta la struttura della sacra rappresentazione, si è concluso lasciando la parola ai rappresentanti del Municipio e alle persone che sono volute intervenire. E sono intervenuti in molti.

Alla fine abbiamo voluto ricordare il nostro amico fraterno Mauro Vizioli che ci ha lasciati poco tempo fa. Lui era stato uno dei protagonisti fondamentali del Presepe Vivente nelle scorse edizioni. E, a dirla sinceramente, lo abbiamo sentito partecipare con ni anche stavolta. Dovunque egli sia, in quel momento era lì. E per noi è stato davvero importante.

Un grazie di vero cuore a Mirella Arcidiacono, alias Fata Garbatella, che dal primo momento in cui ha saputo che ci sarebbe stato un Presepe Vivente per la prima volta a Garbatella, si è adoperata per parlarne, rilanciarlo sui social, chiamare gente. La maggior parte delle foto e dei video fatti sono opera sua e qualche giorno dopo ne ha parlato perfino alla Radio. Grazie davvero.

Alla parata hanno partecipato 15 artisti: Kalipada Adhikary (percussioni), Marta Bifano (Maria), Claudia Comina (danza), Ivan Cozzi (apertura parata, stella cometa), Silvia Cozzi burattini, fuoco), Rakibul Hasan (cimbali), Isabella Moroni (letture), Pino Moroni (poesie), Daniele Mutino (fisarmonica), Brunella Petrini (letture, venditori erbe), Silvio Pennini (narratore), Anya e Sarah Rinella (pattinatrici), Sofia Rizzo (canto), Keba Seck (angelo).

La scenografia della grotta è di Stefano Hos Giagnotti. I costumi di Marco Berrettoni Carrara. La regia di Ivan Vincenzo Cozzi.

In queste feste, mentre si tenta di tornare a tirar la testa fuori dall’oscurità, mentre le luci si fanno più intense nel decorare le strade e le piazze, mentre si attende il passaggio ad una vita che tutti vorremmo più colorata e profonda, Argillateatri torna con la favola infinita della nascita del Sole Invitto, del Salvatore, di Gesù (e di tutte le divinità della luce che in lui convergono e si animano).

Questa volta saremo alla Garbatella. Un quartiere amato e vitale. Ci saremo grazie al supporto del Municipio Roma VIII e all’adesione di nuovi interpreti e di amici di sempre.

Cominceremo la mattina alle 11,00 con delle animazioni di strada. Tre trampoliere si incontreranno con chi camminerà per Via Caffaro e Circonvallazione Ostiense (da Ponete S. Spizzichino a S. Galla) con bolle di sapone. A Piazza S. Eurosia, Piazza Bartolomeo Romano e Piazza Eugenio Biffi, invece ci sarà della musica.

La fisarmonica magica di Daniele Mutino, la musica indiana di Kalipada Adhikary e Rakibul Hasan, il ritmo caleidoscopico della musica etnica, balcanica, indie folk, e non solo del famoso duo Traindeville.

Cercateli, vi faranno sognare almeno un po’.

Nel pomeriggio, alle 15,30 una parata di personaggi arrivati di lontano s’avvicinerà a Largo delle Sette Chiese. Il loro omaggio ai migranti e a tutti noi che abbiamo passato questi due anni di respiro sospeso, si scioglierà nella musica e nella rievocazione dell’Annunciazione portata da un Arcangelo Gabriele venuto da altrove.

Da qui partirà il viaggio che vuole riprendere quello fatto dai Re Magi per raggiungere la Grotta di Betlemme.
Guidati da una stella cometa i partecipanti si troveranno coinvolti nella vitalità di una piazze del mercato fra giocolieri, burattini, imbonitori, venditori di erbe e rimedi e nuove storie.

La parata arriverà poi nel luogo in cui i Pastori, stanchi del loro viaggio, s’addormenteranno sognando i diavoli dell’inferno… ma al risveglio: “non temete…” arriva la buona novella e si va tutti all’ingresso della grotta dove alla luce delle candele si svelerà la mangiatoia ed il Santo Bambino.

Il nostro è soprattutto un “presepe laico”, dove ogni simbologia può adattarsi alla sacralità della vita collettiva, ma che non può fare a meno della ritualità. Perché il rito serve alla comunità, il rito segna le soglie, i passaggi.

E di questo ce ne stiamo accorgendo proprio ora che ci avviciniamo ad una nuova soglia. Quella che ci porterà verso la luce.

Interpreti: Marta Bifano, Keba Seck, Alessio Rizzitello, Ivan Cozzi, Claudia Comina, Silvio Pennini, Brunella Petrini, Isabella Moroni, Silvia Cozzi, Daniele Mutino, Kalipada Adhikary, Rakibul Hasan, Anya e Sarah Rinella (pattini a rotelle).

Regia: Ivan Vincenzo Cozzi
Scenografie: Stefano Hos Giagnotti Costumi: Marco Berrettoni Carrara
Tecnico: Nino Mallia

Progetto realizzato con il finanziamento di Roma Capitale – Municipio Roma VIII

La rievocazione del viaggio dei Re Magi da subito dopo l’Annunciazione fino al levarsi nel cielo d’oriente della stella cometa.

Nasce all’inizio del nuovo millennio questo spettacolo itinerante che è stato proposto anche in Teatro, fra il pubblico, il foyer, il graticcio e altri spazi evocativi.

Il tema della Natività, così come è vissuto nella memoria popolare è al centro della drammaturgia. Al suono di canti e musiche popolari l’iconografia classica si trasfigura in un teatro popolare che, con trampolieri, musici e personaggi fantastici, pronti a suscitare ricordi ed emozioni, sa condurre il pubblico nel viaggio fatto di immagini e atmosfere evocatrici di un Natale che appartiene alla storia di tutti.

Un viaggio lungo con tappe classiche e significative: la piazza del mercato, dove fra giochi e imbonitori tutto il mondo si mostra; il bivacco, dove vengono raccontate storie che nessun Vangelo ha mai detto. Storie attuali di migrazione e carcere, di odio e di guerra, di disattenzione e consumo.
Storie che sanno di mostri e di fuoco, storie spaventose che ghermiscono il cuore.

Ma alla fine, “non temete...” arriva la buona novella e si va tutti all’ingresso della grotta dove splende il nuovo sole invitto: Gesù Bambino.

Nell’ideazione di questa festa abbiamo voluto mantenere inalterata la spiritualità del Natale, facendo sì che l’ingresso alla “grotta” rappresenti veramente un momento di riflessione in cui soffermare l’attenzione di tutti sulle offese che quotidianamente vengono arrecate al mondo, per poi dare spazio alla speranza, alla gioia e all’allegria.

La musica che accompagna l’ingresso alla grotta rappresenta un po’ lo spirito di questa sensibilità nei confronti dell’ “altro”: è un testo sacro greco bizantino messo in musica su una scala orientale con l’utilizzo di strumenti occidentali dal compositore Tito Rinesi.

La contemporaneità della storia, che ricorda le migrazioni, ma anche i riti e le simbologie della rinascita, fa di questo spettacolo un grande momento di emozione e condivisione.