Siamo giunti alla 12^ edizione di Poesie per la Pace, l’evento poetico che si svolge durante la Giornata Internazionale della Pace.
Ricapitolare questi anni non è facile.
È tutto iniziato il 21 settembre del 2012. Poem for Peace one day – La giornata mondiale della Poesia per la Pace nata come progetto diffuso in decine di paesi del mondo con eventi, workshop, reading, concerti, flash mob, video, canzoni, fotografie, teatro, danza…

In Italia Poesie per la Pace è diventata un evento immancabile. Abbiamo avuto moltissime partecipazioni, idee, versi, bellezza, poeti e poete, idee, collaborazioni, fiumi, parate, cave di marmo, oliveti, vecchie fabbriche, case private, paesi montani, web, spiagge, colombe, teatri, biblioteche, strade, isole, natura, erbe, scambi con il Brasile, la Palestina, la Francia, il Texas e ancora, ancora, ancora.

Parliamo di Pace, ma la Pace tarda a diventare la prassi della bellezza.
Le guerre di cui si parla anche troppo e quelle che si tacciono: sono circa 60 nel mondo e durano da anni o da decenni. E noi non lo sappiamo, oppure non ci stringono il cuore. O non abbastanza.

Quest’anno saremo in un’area archeologica di grande potere ed energia: il Tempio di Giunone Sospita a Lanuvio per un reading e una performance ispirata ai “Genius Loci” con interventi musicali, poeti giovani o storici.

Quest’anno il 21 settembre, a partire dalle 17.00 vogliamo concentrare tutto ciò che diremo, penseremo e vivremo, sulla PACE nel suo più stretto significato.
Pace, ovvero no guerra; Pace, ovvero non violenza, oppure Pace come spiritualità e mete interiori.
PEACE&LOVE come si diceva in un tempo remoto e forse più semplice.

Vi aspettiamo insieme ai poeti:
Alessandro Anil
Alessandro De Santis
Annamaria Giannini
Claudio Marrucci
Carla Nico
Franca Palmieri
Simonetta Ramacciani
Antonella Rizzo
Giovanni Rossi
ai performer e ai musicisti:
Ivan Cozzi
Nino Mallia
Kalipada Adhikary
Sudipto Matra
Brunella Petrini
argillateatri Poesie per la Pace torna per la dodicesima
edizione.
Nel luogo sacro a Giunone “la propizia” parleremo di
PACE nel suo più stretto significato.
Pace, ovvero no guerra; Pace, ovvero non violenza,
oppure Pace come spiritualità e mete interiori.

Quest’anno non siamo riusciti ad organizzare l’undicesimo incontro di Poesie per la Pace. Si è sovrapposta la rassegna Le Belle Sere e i prossimi impegni di ottobre e anche l’assenza delle istituzioni che avevamo provato a coinvolgere.

Ma oggi è comunque la Giornata Internazionale della Pace e Poesie per la Pace resta un punto fermo per chi sa che la Pace può esistere e vive sapendolo e la realizza scrivendo e pensando poeticamente.

Noi quest’anno la celebriamo con le parole di Wisłava Szymborska.

Pace

Precederà i comunicati la gioiosa sirena dei cuori.

Più veloce della luce è la notizia,

più veloce della notizia la fede.

Nelle grida, nei discorsi, nei canti

parole tutte deludenti,

tranne una: finalmente.

Cieche fin qui le notti di città

lanceranno segnali al cielo –

su fino agli astri dell’immensità.

Il lutto strappato alle finestre

sarà calpestato dai passanti

che avanzano disposti in schiere.

Altri correranno fuori di casa

per porgere con una rapida

stretta di mano

ai loro cari, a chiunque per strada,

la verità come una cosa –

che l’uomo ha portato alla terra

pace – non spada.

Parole di Pace. Musica e tramonto e luna. Si sta bene qui, si sta in pace. I poeti ci abbracciano con il loro cuore sonoro. Il vino e l’acqua ai fiori si sambuco. Il sentirsi lungo la stessa rotta, anche se il mare è pieno di tempesta, la nave è solida. È costruita con anime belle e con occhi liberi.

E proprio in immersone totale con la terra, i boschi, i frutti e le stagioni, celebriamo il decimo anniversario di Poesie per la Pace, una manifestazione innovativa e coinvolgente, che anno dopo anno, non ha mai smesso di portare la poesia in luoghi straordinari, in luoghi qualunque, nelle case, nelle piazze, lungo i fiumi, nelle Biblioteche, nei Teatri, nei luoghi di scrittura, di libri, di semplicità e di meraviglia

Quest’anno siamo nel cuore della natura perché crediamo che proprio qui sia la chiave definitiva per ritrovare il senso della pace.

Nella vita quotidiana, invece, siamo profondamente in guerra. Siamo in guerra perché ogni giorno ci dicono che dobbiamo sconfiggere questo o quel nemico. Una malattia, una bassezza umana, un’assenza delle istituzioni… la nostra rabbia, la delusione, l’incapacità di fare qualcosa ci mette in guerra. Con noi stessi, con gli altri. Contro l’ambiente, contro la polis, contro il linguaggio.

In questo luogo speciale, abbiamo provato a vivere solo della bellezza. E della poesia. Delle connessioni che può creare l’energia di ciascuno quando è messa in comune.

Liberiamo la poesia e la poesia ci libererà è sempre stato il nostro motto.

Anche quest’anno, che la Giornata Internazionale della Pace compie 20 anni, celebriamo questo doppio anniversario in contatto stretto e in sinergia con Peace One Day, l’organizzazione che ha dato lo spunto e la motivazione alla creazione di Poesie per la Pace che, nei primi anni, ha coinvolto nazioni e territori (Canada, USA, Brasile, Francia, Germania, Italia, Inghilterra, Irlanda, Olanda, Spagna, Russia, Lituania, Libano, Israele, Australia, Indonesia…) una vera e propria Giornata Mondiale della Poesia per la Pace.

Grazie di cuore a tutti coloro che hanno partecipato: Elena Castellacci che ci ha ospitati nel suo luogo magico, a Antonella Rizzo senza il cui affetto e disponibilità non saremmo riusciti a immaginare tanta bellezza; a Awisha Carolina Gentile che ha saputo fermare la corsa dei nostri pensieri, a Annamaria Giannini, Franca Palmieri, a Claudio Marrucci, a Crystal Nwankwo, Tiziano Grillo, Isabella Tonucci e Brunella Petrini per le letture, a Theo Allegretti e Fabrizio Pio per la loro musica, a Alessandra Fiordaliso capace di rendere la salvezza dell’ambiente un’opera d’arte irresistibile e a Martino Stenico con le sue sculture piene di emozione.

Grazie allo splendore de Il Quarto La Bufera con le sue piante, i melograni, l’orto, il forno, la farina macinata a pietra, le ciambelline al vino, le fotografie e le oche che, al tramonto tornano alla loro casa.

Cosa significa oggi Pace? Ce lo chiediamo dall’inizio di questa avventura. Eppure la risposta ancora non l’abbiamo.

I più grandi di noi ricordano come, parlare di pace, fosse importante come oggi lo è parlare di “memoria”.

Si cresceva con questa parola, con il potere di questa parola, anche a scuola. Si cresceva con l’orrore della guerra (e quella che c’era stata prima sembrava così vicina, anche dopo vent’anni…).

Le guerre, nel mondo, non sono mai finite, però non le abbiamo più vissute, tanto che ci permettiamo di chiamare “guerra” una malattia; di usare parole di aggressione, sconfitta, battaglia, per qualcosa che non assomiglia affatto a un conflitto e, nel frattempo, dimentichiamo l’umanità, la collettività.

La parola Pace, così, si perde ancora un po’, così come la parola nonviolenza. In questi dieci anni i poeti che hanno partecipato al progetto di Poesie per la Pace in tutto il mondo, hanno cercato di dare una risposta. A volte luminosa, a volte rarefatta, a volte stanca o lontana o spaventata.

Eppure ancora non sappiamo dire cosa significhi davvero, oggi, la parola PACE.

Una cosa, però, l’abbiamo scoperta e, nonostante le distanze, i dubbi, le abitudini, cominciamo a crederci tutti quanti: la pace può venire solo dalla natura.

L’ambiente che abbiamo sconvolto è il nostro unico alleato. Le abitudini che abbiamo perso (o che non abbiamo mai conosciuto) sono le uniche che possono darci una visione di un futuro di pace.

Sicuramente sarà difficile che questa inversione di pensiero, tendenza, abitudine arrivi rapidamente da leggi o progetti ufficiali. Noi però possiamo fare la nostra strada di rispetto e integrazione con la natura e trovare la risposta al significato di pace.

È per questo che per il decimo anniversario di Poesie per la Pace abbiamo scelto di entrare a contatto diretto con la Madre Terra.

È proprio questo rapporto con la natura, infatti, lo scopo dello spazio Il Quarto La Bufera luogo nato per tutte quelle attività che possono svolgersi tra i campi ed il bosco per riprendere pieno contatto con la terra madre.

Il programma di quest’anno, sempre in collaborazione e contatto con Peace one Day, vedrà a fianco della poesia, la musica, lo sbocciare della propria interiorità, le fotografie, il canto, le installazioni artistiche. Sarà un modo diverso, piacevole, rilassante, per imparare a riconoscerci creatori del mondo in cui viviamo.

In programma:

Tai chi Chuan con Ivan Vincenzo Cozzi
Mostra fotografica “Terra&Foto” di Elena Castellacci e Alessandra Fiordaliso
Energia della voce e del respiro con Awisha Carolina Gentile
Installazioni in ferro battuto di Martino Stenico
Reading poetico con Lucianna Argentino, Anna Maria Curci, Annamaria Giannini, Claudio Marrucci, Cinzia Marulli, Franca Palmieri, Francesco Randazzo.
Interventi musicali di Theo Allegretti e Fabrizio Pio

E, poiché quest’anno il 21 settembre – Giornata Internazionale della Pace – cade di martedì, abbiamo scelto di celebrarla sabato 18 settembre dalle ore 16.00, con qualche giorno di anticipo, per dare a tutti la possibilità di intervenire e di trovare nuove parole per dire Pace.

Poesie per la Pace – Edizione X
Sabato 18 settembre 2021 dalle ore 16
Il Quarto La Bufera – Via del Tufello, 16 – Aprilia

È tutto iniziato il 21 settembre del 2012. Poem for Peace one day – La giornata mondiale della Poesia per la Pace nato come progetto internazionale diffuso in decine di paesi del mondo (Canada, USA, Brasile, Francia, Germania, Italia, Inghilterra, Irlanda, Olanda, Spagna, Russia, Lituania, Libano, Israele, Australia, Indonesia…) con eventi, workshop, reading, concerti, flash mob, video, canzoni, fotografie, teatro, danza…

In Italia ne abbiamo fatto un evento fisso che ci ha portato ogni anno in luoghi diversi, a volte speciali: la Cava dei Poeti di Carrara, campagne, oliveti, vecchie fabbriche, associazioni, teatri, biblioteche, strade, isole, case private, web…

Siamo in tempo di conflitti, oggi. E non solo quelli evidenti, recenti, disastrosi, ma anche interni e interiori. Nei dibattiti e nelle speranze. Una guerra sottile, invisibile, che prende avvio dalle paure che non si possono ammettere né condividere. O, alle quali, semplicemente, non si dà spazio e tempo di riflessione.

Abbiamo anche imparato a leggere sommariamente, a sorvolare, ad avere bisogno di immagini che chi spieghino più delle parole e dei sentimenti quello che ci accade attorno, quello che ci circonda.

Parlare di pace e di nonviolenza è difficile, così come è diventato difficile credere a quelle speranze, a quelle necessità che solo pochi decenni fa erano la struttura portante della società, il motivo per cui vivere, lottare, la visione di un mondo diverso, migliore nei suoi principi più che nelle sue possibilità.

Abbiamo scelto un mondo che ci semplificasse la vita rinunciando alla scoperta di come poter vivere in armonia con gli altri. Abbiamo disimparato la collettività, la mutualità, il sostegno.

Spesso pensiamo che tutto questo sia sinonimo di carità, di condivisione e invece è molto più sottile il coinvolgimento che fa di noi un gruppo di esseri umani.

Nel mondo, però, non tacciono le voci di chi chiede Pace. Di chi crede alla Pace, a quella Pace che è soprattutto essere contro la guerra, contro il conflitto, un po’ come faceva Gino Strada che non ha mai smesso di ricordare che i conflitti servono a chi ha il potere a questo mondo, a chi gode da solo dei benefici e vuole continuare a vivere al di sopra delle proprie possibilità. 

D’altronde lo sappiamo che la guerra è per prima cosa un’ingiustizia sociale.

C’è anche chi, in nome di questa, non aspira a dettare strade, rotte, destinazioni; non cerca adesioni, voti, likes. Non giudica, non condanna né assolve. Non vuole passare alla Storia, ma vorrebbe solo confrontare le proprie analisi e conclusioni con l’altro che lotta e pensa criticamente.

Perché non siamo soli a sognare un mondo non perfetto, ma migliore: un mondo senza paura.

Dobbiamo tenere conto di questo quando parlare di Pace ci sembra impossibile, inutile, quando perfino la poesia cerca altre strade per divincolarsi da questa sensazione di oscurità.

Dobbiamo cominciare re-imparando ad ascoltare, a leggere, a rispettare linguaggi e tempi diversi da quelli a cui siamo stati abituati.

È questo che ci riproponiamo di fare per il decimo anniversario di Poesie per la Pace: ricominciare ad imparare, a riconoscerci come creatori del mondo in cui viviamo. E lo faremo ancora una volta con la Poesia, la natura, la musica, lo sbocciare della propria interiorità, le fotografie, il canto, le installazioni artistiche in un luogo magico dedicato alla Madre terra Il Quarto La Bufera ad Aprilia.

È qui che Elena Castellacci, fotografa, ha immaginato un luogo di riunificazione con la natura, un ecosistema di pace, arte e rinascita.

Qui ha scelto di ospitare Poesie per la Pace, riconoscendo il filo che lega profondamente ogni cosa che è pace.

Saremo qui ad Aprilia, in Via del Tufello, 16 sabato 18 settembre dalle ore 16,00, con qualche giorno di anticipo sulla Giornata Internazionale della Pace, per dare a tutti la possibilità di intervenire e di trovare nuove parole per dire Pace.

Come si fa a Raccontare la Palestina quando tutto attorno si sente una sola storia che parla di terrorismo, che non riesce a fare pace con colpe antiche, che è asservita alle necessità e agli equilibri politici ed economici, all’utilizzostrumentale di alcuni territori, al potere di persuasori e lobby?

Come si fa, anche, a sentire proprio un modo di parlare fatto di parole e di obiettivi di cui abbiamo dimenticato uso e significato?

Il 12 giugno abbiamo pensato di poterlo fare attraverso la poesia. La poesia che va oltre i dubbi e le esaltazioni, gli schieramenti e le frontiere. La poesia che raconta la quotidianità che ci è negato di sapere, perché ascoltiamo sempre lo stesso discorso, perché finiamo col credere che non ci sia altro, oltre quello che ci arriva attraverso i media e quello che pensiamo di aver compreso quando proviamo ad orizzontarci fra le notizie, le immagini, le storie.

Come, ad esempio, con la poesia forte, e travolgente letta ad apertura dell’incontro da Ivan Cozzi, che potete trovare senza mediazioni se non quella della traduzione, qui.

Oppure con questa poesia di Manal Serry letta in arabo dall’autrice e in italiano da Antonella Rizzo.

Con le parole della giovane palestinese che parla con passione di una Patria sconosciuta (Maya Issa), del medico che non ha mai smesso di lottare e conosce la storia in tutte le sue pieghe (Yousef Salman), dell’attivista che ha sempre la Palestina nel Cuore (Lucio Vitale).

Con le poesie lette da Brunella Petrini e Ivan Cozzi e con quelle delle poete Ileana Izzillo e Simonetta Ramacciani.

Ma anche con la musica di una fisarmonica (Daniele Mutino) o di quella che viene da un altro paese del mondo, l’India (Kalipada Pakhy Adhikary)

E con l’invincibile canto di libertà riproposto dalla Titubanda.

Nel corso della serata sono stati raccolti € 400 che sono stati devoluti all’Associazione Amici della Mezza Luna Rossa Paletinese.

12 giugno 2021 dalle 18,00
al Laboratorio Sociale Autogestito 100Celle – Viale della Primavera 316/b

E se fossi tu a veder espropriata la tua casa, confiscata la tua terra, demolito il tuo villaggio, senza diritto al ritorno e senza alcuna legge che ti consenta di rivendicarne la proprietà?

E se fosse la tua terra ad essere occupata, la tua cittadinanza trasformata in un labile “diritto di residenza”, come fossi straniero nel paese delle tue radici?

E se ti allontanassero dal tuo quartiere, dalla tua rete sociale chiudendo i centri culturali, i parchi pubblici, le istituzioni i soli luoghi rimasti dove poter esprimere la tua identità e il tuo legame con la terra, la tua identità nazionale?

E se del tuo Paese, raccontassero le vicende utilizzando parole ingannevoli e ipocrite, pur di dare al mondo una visione accettabile e normale di quello che sta accadendo?

C’è una storia antica di dolore, oppressione e privazione di ogni diritto e ogni dignità.

È la storia della Palestina e dei suoi abitanti; una storia in gran parte frutto di politiche giocate altrove, ma pagate di persona dagli abitanti di quella terra e raccontate sempre in maniera parziale o faziosa.

La narrazione degli eventi, infatti, viene sempre fatta da un solo punto di vista, le parole usate non sono mai reali, il fine è sempre quello di minimizzare la popolazione palestinese.

Oggi, però, dopo gli ultimi eventi di guerra è diventato chiaro a tutti che quello che sta avvenendo in Palestina non può avere altro nome che pulizia etnica e di apartheid.
Parole che si credeva non potessero mai più essere pronunciate.

Noi vogliamo raccontare con altre parole, vogliamo ricostruire una narrazione autentica e, per farlo, ci mettiamo, per prima cosa, dalla parte degli oppressi, dei molti che non hanno casa né lavoro, di chi è quotidianamente controllato e accusato; di coloro a cui è stata tolta la rete sociale e civile della città e perfino la continuità geografica costringendoli in frammenti abitati circondati da altri villaggi controllati da militari armati.

Una narrazione che parta dalla cultura, dalle parole dei poeti, degli scrittori, dai racconti di chi ha vissuto tutto questo, di chi ha visto, di chi ha testimoniato e continuerà a farlo.

Sabato 12 giugno dalle 18:00 il Laboratorio Sociale Autogestito 100Celle, Poesie per la Pace e Argillateatri organizzano un aperitivo solidale per la Palestina.
Un incontro  pensato per offrire un’informazione più reale e obiettiva sulla situazione palestinese alle persone attraverso testimonianze, poesie, letture collegamenti, immagini… e per raccogliere fondi.

Partecipano

Antonella Rizzo (poeta), Manal Serry (poeta), Annamaria Giannini (poeta), Muna Madani (poeta), Simonetta Ramacciani (poeta), Ileana Izzillo (poeta), Sabina La Manna (poeta)

Letture

Claudia Fontanari (attrice), Antonia Masulli Matera (attrice), Brunella Petrini (attrice), Elena Stabile (attrice)

Interventi musicali

Titubanda, Daniele Mutino, Kalipada Pakhy Adikary (India)

Contributi video

Maria Grazia Calandrone, Marco Cinque (su musiche di Giuseppe Natale), Ada Crippa, Ilaria Grasso, Francesco Randazzo

Dalla Palestina

Hafiz Abukishk

Mostra fotografica di  

Federico Palmieri

Intervengono

Yousef Salman (Presidente della Comunità Palestinese di Roma e del Lazio); Maya Issa (Giovani Palestinesi di Roma); Leonardo Rinaldi (Vicepresidente ANPI Centocelle); Lucio Vitale (Palestina nel Cuore)

È iniziato tutto davanti a Il Cantiere, lo spazio teatrale che ci è caro, appena passato Ponte Garibaldi. Siamo partiti in parata: trampoli, tamburi, tromba, due genius loci, il Lama residente Geshe Lharampa Lobsang Sherap le attrici avvolte nelle coperte termiche d’oro e d’argento (perché la Pace non è altro che accoglienza) e i poeti.

Abbiamo percorso le strade interne della Trastevere medievale fino ad uscire sul Lungotevere di fronte al Ponte Cestio. La gente ci ha seguito, nonostante minacciasse pioggia, mentre scendevamo fra bandiere e stendardi della pace fin sulla banchina dell’Isola Tiberina per raggiungere quello spazio bianco proprio sotto la campata dove abbiamo fatto un cerchio, all’interno del quale c’è stata la benedizione tibetana e poi i partecipanti si sono alternati leggendo le loro poesie o quelle di qualche poeta preferito.

Il flash mob per celebrare la Giornata Internazionale della Pace è cominciato così: un momento di condivisione dal vivo, lontani, anche e per poco, dalla lontananza di corpi e di cuori a cui ci ha costretto fino a poco fa il lockdown. Ed è proseguito con gli interventi di Mauro Vizioli, Claudia Fontanari, Brunella Petrini, Elena Stabile, Marta Bifano, Maria Laura Familiari, Claire Che, Marco Di Stefano, Silvia Kyra, Luna Arcangeli, Antonietta Tiberia, Mel Carrara Melalgiumar, Irene Sabetta… ai quali non smetteremo mai di dire grazie per aver colorato insieme questa giornata talmente importante da essere pane, rose e lavoro.

Grazie a chi all’ultimo momento non è potuto venire, Roma è una città di destini sospesi, ma ci sono stati, anche se da lontano: Maria Grazia Calandrone, Ksenja Laginja, Ilaria Grasso, Anna Maria Curci, Cinzia Marulli Ramadori, Davide Cortese, Odeh Amarneh, Giulietta Regina Stirati

Abbiamo concluso che il tramonto attraversava in rosa le gocce di pioggia, mentre il fiume diventava sempre più scrosciante e musicale.

È stata una giornata di gioia che abbiamo voluto dedicare al ricordo di Cetta De Luca, una certezza per Poesie per la Pace, che ci ha accompagnato per moltissimi anni con la sua energia, le sue parole e il suo lavoro. E che ci accompagnerà ancora, ovunque ora sia.

Gli spettatori hanno ascoltato suoni e parole, forse hanno potuto ritrovare i loro immaginari di gioia, di oscuro e di stupore. Noi abbiamo parlato ancora una volta di Pace.
E di poesia.

Sono nove anni che il 21 settembre, Giornata Internazionale della Pace ci ritroviamo presenti e davvero motivati a riprendere in mano il discorso mai interrotto della Pace, affidando alla forma poetica il compito di continuare a costruire la rete che unisce tutti noi costruttori di ponti verso un futuro che non smettiamo mai di immaginare reale.

In questo strano anno in cui tutti, in tutto il mondo, hanno fatto i conti con la sospensione, con il cambiamento, con le limitazioni, con il dolore o soltanto con il non riuscire più a costruire con le modalità di sempre, il ponte di Poesie per la Pace prende un significato nuovo. È un traghettare e traghettarsi verso un mondo che già non è più quello di prima, neanche se lo volessimo con tutta l’anima.

Abbiamo scoperto che non abbiamo davvero bisogno della maggior parte delle cose, delle azioni e delle parole che crediamo necessarie. Abbiamo scoperto che la paura e la malattia non hanno fermato le guerre e le fughe e che a noi è rimasto un grande potere. Quello di creare da zero un diverso cammino.

Abbiamo deciso di interrogarci sui Conflitti, e per conflitti intendiamo tutto ciò che mina la pace e l’equilibrio. Conflitti come le guerre, come le rabbie che esplodono, come i sentimenti che si incrinano. Conflitti mondiali, locali, razziali, fobici, personali, familiari.

Come sempre, anche quest’anno facciamo parte degli eventi creati per celebrare la Giornata della Pace dalla coalizione delle associazioni non profit che partecipano alle iniziative di Peace one day che quest’anno, viste le difficoltà di incontrarsi rispettando le norme sui distanziamenti e sulla sicurezza, ha scelto di celebrare la Pace on line con una giornata non stop di video e messaggi registrati.

Ai poeti che vorranno partecipare a Poesie per la Pace 2020 chiediamo dunque di scrivere una poesia o un testo sul tema Conflitti e di farne un breve video (riprendendosi mentre leggono, camminano, danzano; oppure leggendo su altre immagini o video che hanno girato o che hanno scelto, etc.). Oppure di mandare una traccia registrata ed una fotografia che per loro rappresenta il tema.

Chi vorrà sperimentare un progetto più artistico e (forse) spiritoso , potrà scrivere, disegnare o fare un collage su una mascherina, indossarla e fotografarsi o fotografarla nell’ambiente che ritengono più adatto alle loro messaggio.

Il 21 settembre tutti i progetti saranno messi on line sulla Pagina Facebook, riproposti sul nostro sito e inseriti nelle iniziative di Peace one Day che coinvolgerà l’intera coalizione di circa 180 organizzazioni.

Quest’anno non ci sarà un concorso, ma per chi è a Roma il 21 settembre ci sarà una Passeggiata per la Pace a partecipazione libera nel corso della quale avverranno delle azioni teatralizzate diffuse, letture spontanee, distribuzione di poesie e qualsiasi altra idea che vorrete condividere.

Siete pregati di inviare i vostri video, tracce e foto dedicate ai Conflitti sulla pagina o sul gruppo Facebook di Poesie per la Pace, oppure alla mail poesieperlapace@gmail.com.


Con le parole creare nuove possibilità

Poesie per la Pace è un progetto in continuo divenire. L’idea è quella che la poesia può cambiare il mondo. Può sollevarlo, può lenire gli orrori, può offrire visioni diverse, narrazioni possibili, approcci impensati alla realtà.

La Poesia può questo, così come lo possono la filosofia e l’arte e spesso anche la musica.
La Poesia può parlare di tutto: d’amore, di cucina, di interiorità, di fiori, di animali di ambiente, di ricordi, di dolori. Sarà sempre una leva capace di trasformare, sarà sempre un tendaggio che vola via dalla sola consapevolezza che abbiamo per mostrarcene un’altra e poi, forse, un’altra ancora.

Ma quando parla di Pace, allora la Poesia si inchina ad un pensiero più grande, immenso e si mette al suo servizio.

Meno di mezzo secolo fa, imbattersi in parole di Pace era normale. Se ne parlava a scuola, fra i giovani, in tutti i luoghi di aggregazione. Le testimonianze della guerra, anzi di due guerre che si erano succedute con poco spazio per rinascere erano ancora presenti: a raccontarle c’erano quei genitori e quei nonni che dalle guerre erano stati toccati, cambiati, dilaniati.

E poi, subito dopo, le guerre lontane e terribili come quella del Viet Nam che chiedevano nuovi testimoni ed urlavano massacri.
Mentre, più vicine nel tempo, le guerre prossime anche nello spazio: un braccio di mare ci divideva dal Kossovo, dalla Serbia, da quei paesi sconosciuti e guardati con diffidenza proprio perché mai conosciuti prima.
Ma allora ancora si chiedeva la Pace, a gran voce. Con manifestazioni, sit in, ricerche, racconti, libri.

Poi, dopo, più niente.

Eppure le guerre sono continuate. E continuano ancora oggi e sempre molto vicine. Dapprima erano nascoste, mascherate, stravolte nella fisionomia e nelle motivazioni, chiamate senza vergogna “missioni di pace”. Oggi sono raccontate, esposte, rese possibili e, al contempo, banali.

E di Pace si è smesso di parlare. Si è smesso di invocarla, di cercarla di crederla possibile.

Siamo in Pace, diciamo nascondendoci la verità. E invece no, non siamo in Pace e allora non possiamo smettere di parlarne, per sollevare la polvere che attimo dopo attimo ne copre lo splendore.

Anche quest’anno Poesie per la Pace, per l’ottavo anno consecutivo, ha radunato poeti e anime alla ricerca di Pace.

Ci siamo trovati per parlare, ascoltare, leggere, scrivere, suonare. Per mettere in comune i nostri pensieri, per costruire, mettere nuovi racconti in campo, trovare chiavi che possano aprire il silenzio.

Abbiamo giocato alle Scritture di Pace con le parole, i verbi e le azioni che avevano preparato per noi gli studenti della Prima Liceo di una periferia romana segnata dal degrado.
Con quelle parole abbiamo creato nuove possibilità.

Contemporaneamente al nostro incontro anche in Brasile, nelle foreste vicino a Recife, nel paese dove il futuro brucia con gli alberi, un’altro Poesie per la Pace ha visto una camminata nella foresta, sventolare cento colombe fra i rami degli alberi, recuperare tradizioni antiche e sacre.

Mentre a Galilee alcuni poeti palestinesi hanno aderito al nostro progetto incontrandosi per un reading in contemporanea con il nostro.

Abbiamo deciso di non lasciare passare un altro anno, di ritrovarci presto, di ritrovarci come in una preghiera laica.

Abbiamo promesso di scrivere ancora ed ancora. Di non chiudere gli occhi e le orecchie quando arrivano le notizie che fanno tremare l’anima.

Ci saremo per la Pace, ci saremo con la Poesia, la scrittura, il racconto e l’amore.

In occasione della Giornata Mondiale della Pace il 21 settembre 2019 daremo vita, per l’ottavo anno consecutivo, a Poesie per la Pace, un raduno collettivo per parlare di Pace attraverso la poesia, perché nulla è più forte di questo linguaggio intimo ed al contempo estraniante, chirurgico e infuocato, così semplice quando parla della complessità che rappresenta la nostra cifra, ma anche la nostra salvezza.

La pace, si sa, cerca luoghi ove insediarsi con tutte le infinite opportunità che porta con sé. La pace chiede strade, piazze ed anime dove fermarsi.

La poesia, a sua volta, è incontenibile, esce dalla penna o dalla tastiera e si moltiplica, sfugge, si annida e celebra ogni cosa che tocca.

Quest’anno il flash mob poetico di Roma si terrà al teatro Il Cantiere (Via Gustavo Modena, 92 – Piazza Belli – Trastevere).

L’intera giornata sarà dedicata alla Pace ed alla condivisione: dall’alba alla mezzanotte artisti, poeti, musicisti, semplici cittadini avranno a disposizione lo spazio Il Cantiere per esprimere la propria testimonianza a favore della Pace e contro tutti i conflitti che ostacolano il pacifico vivere sulla terra, ma anche dentro il nostro cuore e la nostra anima.

Per tutta la giornata il palcoscenico accoglierà declamazioni poetiche, testi teatrali, canzoni, musiche, performances, mostre e workshop. 
Condivideremo anche cibo e idee, progetti e speranze.

Raccoglieremo, inoltre, tracce luminose oppure silenziose e fugaci della visione di pace di ognuno: una poesia scritta su un sasso o su un pezzo di stoffa; sulla sabbia o sulle foglie di un albero…

Contemporaneamente a noi in Palestina il poeta Suleiman Daghash e in Brasile il filosofo e pittore Lucio Mustafà organizzeranno altri momenti di Poesie per la Pace.

Come sempre anche il pubblico potrà liberamente partecipare con varie proposte.

Tutti sono invitati a coinvolgere amici e più persone possibili per celebrare la Pace con molteplici voci.

Parteciperanno quest’anno: Marco Cinque in un concerto poetico, Antonietta Tiberia, Antonella Rizzo, il musicista indiano Kalipada Pakhi Adhikary, Giulietta Stirati, Gianfranco De Micheli, Gianfranco Giannini, Cetta De Luca, Lucianna Argentino, Annamaria Giannini, Ginevra Lilli, Valentina Ghelfi, Anna Maria Curci, Francesca Del Moro, Cristina Polli, Ksenja Laginja, Elena Sbaraglia, Dario Amadei, Sabina La Manna, Ileana Izzillo, Piera Mattei, lo street artist Stefano Hos Giagnotti, Daniela Matronola, le attrici Brunella Petrini e Elena Stabile.

Siamo in attesa delle conferme di Andrea Del Monte, Antonio Veneziani, Maria Grazia Trebbi, della cantante Marcella Foranna, Enrico Pietrangeli, Claudio Marrucci e della danzatrice Maria Borgese.

Hanno inviato i loro testi, non potendo intervenire personalmente: Maria Grazia Calandrone, Francesco Randazzo, Ada Crippa, Rosa Sama, Elena Falgheri, Sandra Querci, Amneris Di Cesare, Anna Lauria, Eugenia Serafini, Lucia Ferrante ed altri ancora.

La manifestazione è nata nel 2012 in collaborazione con l’Associazione Internazionale SICA e da allora fa parte degli eventi diffusi che vengono creati per celebrare la Giornata della Pace dalla coalizione globale di associazioni non profit che partecipano alle iniziative di Peace one day, organizzazione non profit riconosciuta dall’ONU, dall’Unicef , etc.

 Ovunque libereremo la pace attraverso la poesia e la poesia, di certo, ci libererà”.